LINEA classici è una collana multidisciplinare di opere letterarie internazionali di narrativa, poesia, teatro, saggistica da riscoprire attraverso traduzioni italiane inedite accompagnate dal testo in lingua originale a fronte. Ogni volume è corredato da un apparato critico utile ad apprezzare l’opera nella sua interezza e a comprenderne appieno il significato nel contesto storico-culturale di appartenenza.

Collana diretta da: Simone Francescato (Università Ca’ Foscari Venezia)

Comitato scientifico: Leonardo Buonomo (Università di Trieste), Giuliana Calabrese (Università di Milano), Sabrina Costanzo (Università di Catania), Massimiliano De Villa (Università di Trento), Andrea Gullotta (Università di Palermo), Maria Rita Leto (Università G. D’Annunzio di Chieti Pescara), Mônica Muniz de Sousa Simas (Università Ca’ Foscari Venezia), Gabriella Pelloni (Università di Verona), Greta Perletti (Università di Trento), Marika Piva (Università di Padova), Saverio Tomaiuolo (Università di Cassino e del Lazio Meridionale), Massimo Tria (Università di Cagliari), Sabrina Vellucci (Università Roma Tre)

Tutti i volumi della collana sono sottoposti a peer review da parte di esperti del settore scientifico-disciplinare interessato.

LA CANZONE DI EVA

LA CANZONE DI EVA

€ 18,00

Traduzione e cura di Fabrizio Catalano

 

Assolto sii per bocca mia
da ogni malizia
e tradimento,
mio bel Serpente, e scivola
in pace, come un raggio di sole,
fra queste rose.
Tu m’hai rivelato la verità più bella...

 

Tradotto per la prima volta integralmente in italiano, La canzone di Eva – grande classico e canto del cigno della letteratura simbolista belga di lingua francese, musicato da Gabriel Fauré – non è solo un poema, ma un’esperienza mistica e sensoriale. Un viaggio iniziatico in un regno d’innocenza e di colori, popolato da creature bizzarre, angeli, antichi dei: sublimemente distante dal mondo in cui viviamo; e al contempo un codice, incantatore e segreto, che ci aiuta a ribellarci contro la società vorticosa e ingiusta che abbiamo creato, che ci rode e ci assorbe. Un libro che riscrive l’origine della Terra e di noi tutti, plasmando un nuovo immaginario.

Nel 1904, dopo una gestazione di diversi anni, il “poeta dalla matita d’oro”, Charles Van Lerberghe, partorì un’inedita prima donna. La sua Eva, protagonista di un lungo e caleidoscopico inno alla libertà, immersa in un Eden rivoluzionario – dove Adamo non compare, ma dove invece resistono dei e personaggi leggendari prossimi al loro crepuscolo – decide intenzionalmente di sfidare Dio: mangiando la mela sceglie l’amore e la conoscenza, disdegnando l’immortalità. Figura modernissima, questa prima donna porta già in sé l’universo interiore di tutte le donne del futuro.

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LA MODA. VITA A NEW YORK

LA MODA. VITA A NEW YORK

€18,00

Traduzione e cura di Sabrina Vellucci

 

Questo culto della moda vi ha reso tutti idolatri e ipocriti!
L’inganno è il vostro nume tutelare!
Uno ride come se piangesse e piange come se ridesse sotto i baffi.
Niente è come sembra...

 

Il debutto di Fashion; or, Life in New York al Park Theatre di Manhattan il 24 marzo 1845 fu un successo clamoroso. L’autrice era riuscita nel difficile compito di scrivere e far rappresentare la prima commedia di costume distintamente americana, portando i critici ad affermare, con tono patriottico, che il teatro statunitense non aveva nulla da invidiare a quello europeo. Di lì a poco, nello stesso teatro, Anna Cora Mowatt avrebbe debuttato anche come attrice, contravvenendo alla norma che allora precludeva questa professione alle donne della sua classe sociale. La tournée che ne seguì riscosse ampi consensi sia negli Stati Uniti sia in Europa. In quanto donna, in quanto americana e commediografa alle prime armi, Mowatt aveva compiuto un’impresa straordinaria che avrebbe influenzato il teatro e il costume contemporaneo. Fondamentale fu il suo talento umoristico e satirico, che si affermò in una cultura nella quale, almeno fino agli anni Settanta del ventesimo secolo, l’esistenza di una tradizione comica femminile ha stentato a essere riconosciuta. Ancora oggi Fashion è uno degli esempi più brillanti di questa tradizione. Apprezzata da un autore e critico illustre quale Edgar Allan Poe, la commedia è considerata in maniera pressoché unanime una delle migliori del diciannovesimo secolo e ha continuato a essere messa in scena negli Stati Uniti fino ai nostri giorni. Viene qui proposta nella sua prima traduzione italiana.

Con testo inglese a fronte.

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PANE E LETTURA

PANE E LETTURA

€ 20,00

A cura di Alessandro Farsetti, traduzione di Benedetta Lazzaro

Seconda edizione riveduta e ampliata

 

…la rivoluzione in quegli anni era come uno spazio…
e il suo vuoto incombeva sul cuore, come l’inquietudine e il pericolo…

 

Finora inedito in Italia, “Pane e lettura” (ca. 1932-1933) è uno dei capolavori meno noti di Andrej Platonov. Opera di rilievo nel panorama della prosa sovietica degli anni Trenta, il testo venne ritrovato negli archivi del KGB e pubblicato integralmente per la prima volta in Russia nel 2000. Le vicende del racconto, ambientato dopo la rivoluzione bolscevica, si svolgono in uno sperduto villaggio russo popolato da contadini superstiziosi e stremati dalla carestia. Al centro della narrazione troviamo due giovani ingegneri elettrotecnici, Semën Dušin e Dmitrij Šceglov, alle prese con i lavori per l’elettrificazione delle campagne e fautori di due opposte concezioni del mondo, l’una scientista e l’altra scettica. Lungi dal sostenere una delle due concezioni, Platonov fa esprimere ai due personaggi quei dubbi ontologici ed esistenziali affiorati in lui nella Russia postrivoluzionaria. Ne deriva un affresco umano non privo di momenti satirici, ma in cui prevale l’amore per quei piccoli uomini di provincia un po’ strambi, eppure sinceri e sofferenti. In quest’opera, la prosa platonoviana si discosta dalle attese dell’estetica ufficiale del periodo – il realismo socialista – per ricongiungersi a quella grande letteratura russa che si interroga sulle strutture dell’essere e sonda le proprie possibilità soteriologiche.

Questa nuova edizione è arricchita dalla prima traduzione italiana integrale del racconto “La patria dell’elettricità”, versione rimaneggiata di “Pane e lettura” che Platonov riuscì a pubblicare nel 1939. Pur mantenendo un indubbio fascino, tale racconto è l’esempio di come un testo sperimentale e concettualmente complesso abbia dovuto adattarsi per passare tra le maglie della censura nella Russia staliniana.

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RACCONTI CREOLI

RACCONTI CREOLI

18,00 €

Traduzione e cura di Simone Francescato

«Bras-Coupé, dicevano, era stato, in Africa e sotto altro nome, un principe tra la sua gente...»

I tre racconti che compongono questo volume sono rappresentativi dell’opera di George Washington Cable e ne costituiscono probabilmente i momenti d’ispirazione più felici.

«La storia di Bras-Coupé» è cuore pulsante e centro nevralgico del romanzo The Grandissimes (1880), capolavoro della letteratura statunitense tardo-ottocentesca, mai tradotto in italiano. Ispirato a vicende storiche divenute leggenda popolare, il testo s’incentra sulla parabola di un principe africano deportato come schiavo nella Louisiana di fine Settecento e sullo scontro con la casta creola locale che lo condannerà a una terribile fine. Cable rielabora diverse fonti con magistrale ironia dando vita a una potente satira della società creola schiavista e celebrando, al contempo, la cultura e la creatività nere attraverso un indimenticabile protagonista.

«La piantagione Belles Demoiselles» (1879), considerato il lavoro migliore di Cable, viene qui proposto in una nuova traduzione. Il racconto ripercorre la storia familiare di un aristocratico piantatore e di un suo lontano parente di sangue misto, scorrendo ora amabile ora arguto fino all’evento sconvolgente che ridefinirà le posizioni dei due antagonisti. Parole toccanti, sorprendentemente semplici, trasformeranno la contesa in un incontro finalmente alla pari.

Infine, un’altra prima traduzione italiana. «La “casa stregata” in Royal Street» (1889) narra la “strana storia vera” di un edificio di New Orleans seguendone le vicende dal periodo prebellico fino alla Ricostruzione. La critica sociale di Cable trova qui la sua forza in un impianto realista, quasi da giornalismo d’inchiesta, dove hanno spazio anche il brivido del gotico, la verve della cronaca mondana e il fascino della descrizione topografica. Con questi strumenti Cable scandaglia il travagliato destino di una città che fu a lungo il centro del commercio degli schiavi nel Sud del paese.

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SATIRE

SATIRE

18,00 €

A cura di Marija Bradaš - Traduzione di Enrico Davanzo

«Ho fatto un sogno terribile.
Non mi stupisco tanto del sogno in sé, quanto del coraggio che ho avuto
nel sognare tali cose…»

Pubblicate tra il 1899 e il 1902, le satire di Radoje Domanović, qui selezionate e tradotte per la prima volta in italiano, rappresentano l’apice dell’attività letteraria dell’autore e fanno parte dei grandi classici del canone della letteratura serba. A ispirare questi satire furono gli ultimi anni del regime del re Aleksandar Obrenović (1889-1903), segnati da leggi repressive, soppressione della democrazia e dei diritti civili. In esse, l’autore prende di mira con ineguagliabile ironia non solo gli abusi del potere politico ma anche il servilismo e l’acquiescenza dei sudditi.

Traendo spunto dal ricco patrimonio delle tradizioni orali locali e riutilizzandolo in maniera sovversiva, la satira di Domanović si presenta come una vera e propria riscrittura dell’epica popolare serba, che risulta particolarmente efficace in un racconto dai toni umoristici come Kraljević Marko per la seconda volta tra i serbi. La demitizzazione della figura di Marko Kraljević, l’eroe per eccellenza dell’epica slavo meridionale, porta in primo piano le contraddizioni di un’epoca in cui la resistenza al regime autocratico si univa a un dilagante e tenace attaccamento ai valori patriarcali della società.

Cogliendo appieno l’essenza delle dinamiche e dei fenomeni socio-politici contemporanei, Domanović offre una critica amara e impietosa della società serba della fin-de-siécle, in forma di allegorie satiriche che trascendono l’epoca degli Obrenović e i confini della letteratura serba, per sorprendere il lettore con la loro straordinaria attualità.

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RACCONTO DELLA PRIGIONIA

RACCONTO DELLA PRIGIONIA

18,00 €

Traduzione e cura di Nicola Paladin

Ispirato alla tradizione delle captivity narrative puritane e pubblicato nel 1779, il racconto della prigionia di Ethan Allen, figura eroica della Rivoluzione americana, fu il secondo “best seller” d’America dopo Common Sense (1776) di Thomas Paine e uno strumento propagandistico a sostegno della causa dell’indipendenza delle colonie.

La fedele ricostruzione delle vicende, così come rivendicata da Allen, si unisce ad un’operazione retorica in cui l’autore si propone come modello di condotta patriottico per i ribelli. In questo testo, autobiografia e fiction si intrecciano, contribuendo a esaltare l’eroismo del protagonista e a demonizzare il nemico. Da un lato, la Narrative descrive con grande accuratezza le brutalità perpetrate dagli inglesi e le condizioni di vita inumane dei prigionieri di guerra statunitensi, presentando scenari inquietanti per il lettore dell’epoca e per quello odierno; dall’altro, Allen si autorappresenta come un esempio di virtù e abnegazione, finalizzato alla costruzione di un’identità nazionale in fieri.

 

 

 

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EMILIE GIUNGE A ME IN SOGNO

EMILIE GIUNGE A ME IN SOGNO

18,00 €

Traduzione e cura di Tiziana D'Amico

Ultimo titolo della collana Edice 69, Emilie giunge a me in sogno è un breve testo surrealista scritto e illustrato da Jindrich Štyrský nel 1933. Pubblicato come stampa privata, appartiene alla cosiddetta “fase erotica” di Štyrský, in cui la ricerca sulla sessualità e la psiche si interseca con quella sui rapporti tra desiderio erotico e creazione artistica. 

Emilie giunge a me in sogno è un testo denso e ambiguo che avvolge il lettore in uno spazio-tempo spudoratamente personale e soggettivo. Davanti agli occhi di chi legge si materializzano immagini di corpi femminili e oggetti che appartengono al sogno, al desiderio, al ricordo di un io narrante tanto feticista quanto melanconico che tende a sovrapporsi con la figura autobiografica di Štyrský. Tradotta in francese, tedesco e inglese, l’opera appare ora per la prima volta anche in italiano in un volume che, oltre a comprendere l’edizione originale del testo con la postfazione di Bohuslav Brouk e le riproduzioni dei collage dell’autore, include altri quattro testi brevi («Sogni») di Štyrský.

 

 

 

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ALLE DONNE PORTOGHESI

ALLE DONNE PORTOGHESI

18,00 €

Traduzione e cura di Vanessa Ribeiro Castagna 

Considerato il primo manifesto femminista portoghese, Alle donne portoghesi (1905) riunisce alcuni scritti straordinariamente incisivi di Ana de Castro Osório. Unendo rivendicazioni femministe e afflato patriottico, l’opera espone con rigore e veemenza tutte le aspettative che le donne colte dell’epoca riponevano nel Partito Repubblicano negli anni che precedettero la fine della Monarchia portoghese e l’instaurazione della Prima Repubblica, avvenuta il 5 ottobre 1910.

Con grande lucidità e impeto, Ana de Castro Osório muove dalla definizione stessa di femminismo e, con abile argomentazione, punta a trovare negli uomini portoghesi dei compagni di lotta a favore dell’emancipazione femminile, dimostrando che la causa comune è l’interesse dell’intera Nazione. I temi che affronta, seppur contestualizzati in un tempo e un luogo altri, sorprendono a tratti per la loro persistente attualità, a dimostrazione della strada ancora da compiere, nel sud dell’Europa o ad altre latitudini.

 

 

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PANE E LETTURA

PANE E LETTURA

18.00 €

A cura di Alessandro Farsetti, traduzione di Benedetta Lazzaro

Finora inedito in italiano, "Pane e lettura" (ca. 1932-1933) è uno dei capolavori meno noti di Andrej Platonov. Opera di rilievo nel panorama della prosa sovietica degli anni Trenta, esso è stato ritrovato negli archivi del KGB e pubblicato integralmente per la prima volta in Russia nel 2000. Le vicende del racconto si svolgono sullo sfondo dei lavori per l'elettrificazione di uno sperduto villaggio russo, abitato da contadini superstiziosi e stremati dalla carestia. Nel corso della storia emerge il contrasto tra le idee di due giovani ingegneri elettrotecnici, Semën Dusin e Dmitrij Sceglov, alle prese con la sfida titanica alle forze della natura: il primo crede nell'onnipotenza dell'uomo, che con l'evoluzione della scienza riuscirà a sottomettere a sé la materia e, magari, a sconfiggere la morte e a trovare il senso dell'universo; il secondo, malato e disincantato, accetta la finitudine dell'essere umano e l'insensatezza della vita, e spera solo che il progresso aiuti a ridurre le sofferenze materiali della gente. Lungi dal farsi sostenitore di una delle due concezioni, Platonov mette in bocca ai due personaggi quei dubbi ontologici ed esistenziali affiorati in lui nella Russia postrivoluzionaria. Questo mondo nuovo e inaudito si riflette anche nello stile di scrittura del racconto, in cui l'esperienza linguistica dei contadini del tempo, fatta di parlata non-standard con l'innesto di lessico sovietico e tecnico-scientifico non sempre ben compreso, si confonde con locuzioni stranianti che sembrano esprimere direttamente la Weltanschauung dell'autore. Ne deriva un affresco umano non privo di momenti satirici, ma in cui prevale l'amore per quei piccoli uomini di provincia, un po' strambi ma sinceri e sofferenti. In questo modo, la prosa platonoviana si discosta dalle attese dell'estetica ufficiale del periodo - il realismo socialista - per ricongiungersi a quella grande letteratura russa che si interroga sulle strutture dell'essere e sonda le proprie possibilità soteriologiche.

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SAPHO

SAPHO

20.00 €

A cura di Simone Francescato, traduzione di Matteo Turra

Uno degli scandali più famosi del teatro americano, Sapho: A New Play in Four Acts (1900), adattato dall’omonimo romanzo di Alphonse Daudet e commissionato a Clyde Fitch dall’attrice Olga Nethersole, suscitò violente reazioni al suo debutto newyorkese dando luogo a un sensazionale processo per oscenità. Il dramma inscenava la passione di una seducente protagonista della bohème parigina, conosciuta come Sapho, per un giovane studente provinciale e inesperto, scandagliando la loro travagliata convivenza al di fuori del matrimonio. Seppur ambientato nella Francia di trent’anni prima, il dramma si confrontava con l’America di inizio secolo e con una società ancora impreparata a gestire il rapido mutamento dei costumi sessuali, la deriva dell’istituzione matrimoniale e le crescenti istanze dell’emancipazione femminile. Dando risalto alla spregiudicata interpretazione di Nethersole e alla bravura di Fitch nel costruire dialoghi brillanti e provocatori, Sapho va ricordato oggi come un affascinante esempio di naturalismo transatlantico nonché come il primo caso di censura del ventesimo secolo.

Questo volume costituisce la prima edizione del testo inglese inedito accompagnata da una traduzione italiana a fronte.

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