Anime slave. Piccola saga femminile in salsa agrodolce
Una madre bella e dannata, una nonna moscovita, una bambina stritolata che non soccombe.
E poi lui, un barone siciliano senza scrupoli, soprannominato “il Ratto”.
Sballottate tra Beverly Hill’s, Roma e Cap Ferrat, il girovagare affannoso delle tre si surriscalda in un crescendo di rancori, accuse e finte riconciliazioni. Una piccola saga al femminile alla disperata ricerca di un equilibrio che frana a ogni passo, poiché come recita il mantra di famiglia: “Non siamo come gli altri, siamo diverse, siamo anime slave!”
La peregrinazione delle tre donne rappresenta la metafora del loro viaggio interiore e della relazione che le tiene unite, condizionata da molti fattori, anche culturali.
Un romanzo profondo, a tratti ironico, dove la dimensione cosmopolita diviene la cifra narrativa che definisce le protagoniste e rende la storia attuale e stimolo per riflettere su stessi e sul mondo che ci circonda.
NoConventional Twins. Diario di viaggio di due papà e due gemelli
«Quando mi hanno raccontato questa storia, mi stupiva la limpidezza e la grazia con cui si dipanava a livello drammaturgico; mi aspettavo una tragedia dietro l’angolo, o un dramma improvviso. E invece no. Questa è una storia buona, che finisce bene: anzi che continua bene, e che a giudicare dalla bellezza dei papà e dei figlioli si svilupperà sempre meglio! Quindi state tranquilli: non c’è spazio per cose brutte. In questo racconto non trovano spazio polemiche, discussioni sulle unioni civili, disquisizioni sull’utero in affitto; a noi interessa la meraviglia. Come mi suggerisce il protagonista di un film: “La cosa più contagiosa al mondo è ancora l’amore.” Luca, Emanuele, Manfredi e Miranda lo sanno bene... e grazie a loro per aver trasmesso questa consapevolezza. Grazie di cuore, a ognuno di loro.»
Paolo Ruffini
DICIASSETTE VIRGOLA SESSANTA
e quel tale avesse insistito, avrei sparato senza pensarci due volte. Era la prova inconfutabile di quanto fossi cambiato, in peggio. L’Ermanno di prima della guerra non sarebbe stato in grado di far male a una mosca. L’Ermanno tornato dai campi nazisti, invece, poteva trasformarsi in un assassino. Quando rimisi la pistola in tasca, ebbi paura di me stesso, ero pericoloso. L’esperienza dell’internamento aveva stravolto la scala di valori. A contatto perenne con l’odio, la crudeltà, la violenza e la privazione, rispettavo meno la vita umana, compresa la mia. Mi salvò la volontà ferrea di non darla vinta ai miei aguzzini. E, oggi, forse l’unico modo che ho di trovare pace, per me e per tutti i ragazzi costretti alla guerra e alla deportazione, è consegnare la mia testimonianza agli altri. Così qualcuno la leggerà, la ricor- derà e magari vorrà raccontarla a sua volta, in modo che non si dimentichi.
Allora, credo, gli Internati Militari Italiani avranno finalmente un po’ della giustizia che meritano.
VINIGO la Scala del Tempo
Un uomo maturo in fuga da pandemia, guerra e da se stesso; una giovane donna dalla vita complicata e con un pesante segreto; il loro incontro a Vinigo, ai piedi del Monte Antelao in val Boite: qui passato e presente s’intrecciano di continuo, costringendoli a confrontarsi con una realtà dove nessuno è mai come appare. Neppure loro.
Perché chiunque è sempre anche il proprio sosia e tale duplicità non si esaurisce, ma si riproduce senza soste lungo la Scala del Tempo.
I principi di Venezia
La saga della dinastia Stucky, che divenne la famiglia più ricca di Venezia, ruota attorno alla figura di Giovanni Stucky, assassinato brutalmente nel 1910 e al quale la città riservò un funerale degno di un capo di Stato. Uomo intelligente e visionario di nazionalità svizzera guardò al Nord Europa con un chiaro obiettivo: costruire a Venezia il molino più grande e all’avanguardia tra quelli esistenti, inaugurando così una produzione che mai si era vista prima e conquistando i mercati internazionali.
Fu un’ascesa inarrestabile.
Gli anni della Belle Époque fecero da sfondo ai loro successi e riconoscimenti: Venezia attirava il bel mondo, con il Lido che si stava affermando come la località balneare più esclusiva e la Mostra Internazionale d’Arte che catalizzava gli artisti più in voga.
Amati e invidiati, da alcuni odiati nell’ombra, gli Stucky dettavano il passo.
A interrompere quest’aurea danza, lo scoppio della Prima e Seconda guerra mondiale. Fu il figlio Giancarlo a dover gestire gli affari in tempo di guerra. Dandy e amante dell’arte, come una splendida farfalla infilzata con uno spillo nella teca di un collezionista, si ritroverà intrappolato in una vita che forse non era la sua e, per colpa di una congiuntura storica sfavorevole e dei rapaci interessi di persone a lui vicine, sarà divorato senza pietà.
Resta oggi, a memoria, un edificio imponente dall’architettura gotica che dalla Giudecca osserva Venezia, muto testimone del coraggio, dell’ingegno, della capacità imprenditoriale, della determinazione e dell’umanità che animarono questa famiglia.
I CANTASTORIE
Alla periferia di una grande città, un ragazzino di nome Roman compie 14 anni. Per celebrare il suo compleanno un cantastorie, di nome Kanè, inizia a raccontare storie che egli definisce «d’amore, di guerra e di saggezza», storie che ha raccontato per piazze e strade nel corso della vita, storie a prima vista autonome che però s’intrecciano in un ordito che tutte le comprende, man mano che la narrazione procede verso la risoluzione. Non è così, in fondo, la vita di un uomo? Si chiede Kanè. E non è così la storia delle nostre civiltà? Accanto a Roman e a Kanè appaiono altri personaggi «marginali», di varia provenienza, e tutti si riconoscono nelle vicende raccontate da Kanè. Roman stesso si identificherà con la figura di un ragazzo protagonista, Leon, tanto da decidere di assumere le funzioni di Kanè alla fine del racconto, facendosi portavoce del suo testamento di cantastorie. Ha compreso che le storie raccolgono l’essenza dell’esperienza di vita di Kanè che deve essere necessariamente tramandata come quella di un aedo classico e moderno al tempo stesso? Le storie riguardano la società, la legge e il suo valore, l’amore in vari aspetti, la vendetta e l’odio come incapacità di affrontare la verità degli errori commessi, la maternità voluta e ricercata, la paternità persa e ritrovata, i sogni di ricchezza e di felicità, il mito della Creazione come narrato nelle tradizioni popolari, figure e sensibilità occidentali e orientali. Oggi stiamo capendo che è dalla periferia e dalla marginalità che può arrivare un messaggio, se non addirittura la spinta a conoscere.
Altre informazioni →AMAREDAMORE
"I sentimenti veri sono impastati di poesia".
Poesie d'amore e d'amicizia.
Una lettura emozionante e intensa, un'opera coraggiosa sull'amore e sulla bellezza che porta con sé.
Altre informazioni →
ROSSO DI FIAMMA DANZANTE
Dopo l’abbandono da parte della moglie, Orazio si è ritrovato a crescere un figlio ora diventato un adolescente ribelle. I capelli rossi di Flora si confondono nella sua mente con le rose rosse che cerca di dipingere con scarsi risultati e lo spingono a iscriversi a un corso di tecniche di seduzione.
Altre informazioni →LUNGO LA VIA DEL FARO
“Lungo la via del faro è una storia semplice e lieve raccontata dall’autrice in modo coerente e lineare. La vicenda di Violet ha il pregio della leggerezza.
I sentimenti caratterizzano in modo significativo il romanzo. Tutto procede e si muove sulla linea delle emozioni, una direzione preziosa da mantenere”.
XXXIV Premio Calvino
Corsica. Terra tormentata e maledetta, ma allo stesso tempo seducente per Violet, giovane ragazza di provincia. Dopo essere approdata in luoghi dal
sapore autentico con William, Violet troverà il coraggio di salpare per la Corsica, alla ricerca del suo passato.
Sullo sfondo di un mondo contadino del Monferrato, si intrecciano con Violet le storie delle sue amiche d’infanzia, Allegra e Carlotta, e delle sue amate
nonne, Anna e Rita.
Tutto procede e
si muove sulla linea
delle emozioni,
una direzione preziosa
da mantenere
L’INCUBO DELLA FARFALLA
Il testo de L’incubo della farfalla prese forma nel lontano 1997, ma venne messo in musica da Franco Battiato solo nel 2013. Ora viene stampato per la prima volta nella sua interezza, in quattro parti interconnesse e dialoganti fra loro. Lo si potrebbe definire un’opera musicale in prosa e versi, e come tale andrebbe letta e immaginata: il racconto autobiografico di un corpo che prende coscienza di sé attraverso le illusioni e le contraddizioni dei tormentati anni della fine del secondo millennio, e, allo stesso tempo, l’autografia di un’anima che si prepara a ritornare al luogo che l’ha vista nascere. Un testo che si interroga sul venire al mondo, e sulla necessità di uscirne attraverso la fantasia poetica, per cercare quel filo rosso che, attraverso lo spazio e il tempo, ci lega alla radice di tutto quanto umano e divino. Un’opera di sintesi che non vuole spiegare nulla, ma mostrare alcune delle ombre che si celano dietro il suono delle parole, forme oscure che sfuggono alla luce della ragione.
Mentre osservavo la zuppa sobbollire, il mio telefono cellulare cominciò a squillare. Un numero italiano che cominciava con 095. Non conoscendo nessuno con quel prefisso, esitai un attimo prima di rispondere. E quando lo feci, all’altro capo una voce disse: «Sono Battiato, ti ricordi?»
(…)
Non lo avevo capito, allora, ma il suo era stato un congedo, perché quella sarebbe stata l’ultima volta che ci saremmo visti, in questa esistenza. Il ricordo di quello che mi disse non mi abbandonerà mai, come mai dimenticherò la sua generosità e il privilegio di essergli stato amico. Ci sono voluti altri cinque anni prima che mi decidessi a pubblicare il risultato di quel nostro incontro artistico, nella sua interezza, e così facendo mettere il punto a una storia che mi ha accompagnato per metà della mia vita.
Dalla postfazione: Battiato nel Regno del ritorno.
Altre informazioni →L’APPUNTAMENTO – Venezia, 19 marzo 1914
Se le nuvole che sarebbero arrivate a squassare la notte avessero
portato la loro pioggia alla luce del giorno, non ci sarebbe
stato un cielo da guardare e tutto questo, forse, non sarebbe mai accaduto.
A Venezia, invece, giovedì 19 marzo 1914 c’era il sole.
PASSAGGI DI PROPRIETÀ
Passaggi di proprietà, ovvero Storia di un quadro. Il tracciato narrativo del romanzo attraversa un ampio lasso cronologico, dalla genesi di un’opera pittorica, - un’Annunciazione eseguita nel primo Cinquecento da un artista della Maniera, - alle peregrinazioni del dipinto nel corso del tempo, per l’appunto i relativi passaggi di proprietà.
Le vicende pertengono a furti, recuperi, restauri, vendite. Ascese e cadute in disgrazia, affermazioni e contraddittorie negazioni delle stesse, ispirazione creativa e prosaica mercificazione, unità sociali al collasso e derive morali costituiscono il contesto nel quale operano i numerosi personaggi. Artisti, avventurieri, mecenati, collezionisti, restauratori e nuovi acquirenti sono i protagonisti degli episodi concatenati tra loro grazie a una prospettiva mutevole ma coerente per ironia e cinica irriverenza. Il principio di adesione al contesto storico, che va dal XVI secolo all’età contemporanea, fino a una distopica dimensione futura, costituisce il tenace legame di originalità del testo. Le variazioni del registro linguistico, che si adegua alle civiltà di riferimento, contribuiscono a rendere fluidi i paradigmi entro i quali catalogare l’opera. Convivono infatti i caratteri propri del romanzo storico, di formazione e introspettivo, coniugati con ritmi letterari più serrati e contemporanei.