LA VILLA OSCURA

LA VILLA OSCURA

La Villa Oscura

di Nicola Moncada

La lunga storia di un ex medico, la cui carriera è rovinata da un’imperizia professionale, che su di lui si ripercuote anzitutto da un punto di vista personale. Guglielmo, il protagonista, provvede anzitutto ad autopunirsi, tramite l’isolamento e l’abuso di alcol. È un uomo che pur di non fare più del male ha deciso di smettere di vivere.

 

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Informazioni sul libro

Da un punto di vista della struttura, il romanzo ha un incipit quasi musical-classico (l’Autore, peraltro, è amante della musica da camera), in cui alcuni bambini rinvengono delle ossa, appartenenti dunque a una persona che ha perso la vita. Sopraggiungono sul luogo il medico legale e altre autorità del luogo. Nei successivi sviluppi, si esplora (tornando indietro nel tempo) la psiche compassata di Guglielmo; molto spesso, il protagonista è intento a bere, a fare uso di quello che l’Autore definisce “medicinale”, patologico ed effimero strumento di una pseudo-sopravvivenza.

All’inizio di ogni capitolo vengono dettagliate, in maniera razionale, le atmosfere climatiche del testo, tra neve, pioggia, freddo o isolamento. Questo può denotare il romanzo come meteorologico, dunque strettamente connesso alle ardue condizioni di vita che sempre si intrecciano con la natura circostante.

Per inciso, lo stesso Vladimir Nabokov, nelle sue celebri Lezioni di letteratura (Adelphi, 1980), chiariva come in realtà siano soprattutto lo spazio degli ambienti, le loro misure, il clima, la temperatura e la luce a dettare le regole dello sviluppo drammaturgico (alludendo in particolar modo all’appartamento di Gregor Samsa, cfr. F. Kafka, La metamorfosi, Einaudi, 2010). E la medesima tecnica spazialista e atmosferica, nelle arti cinematiche, veniva applicata dal regista statunitense Stanley Kubrick ai suoi films, con particolare riferimento a Shining, 1980 (se ne dà notizia nell’ottimo documentario Room 237, R. Ascher, 2012), vagamente ispirato all’omonimo lavoro del 1977 dello scrittore americano Stephen King (Bompiani, 2017).

Nel quadro narrativo de La villa oscura, si innesta il suo rapporto quasi arcigno con due figure femminili – Mara, insegnante di sostegno, e un’affascinante musicista d’orchestra – molto interessanti. Tale rapporto è anche occasione (di nuovo, scientifica) per esplorare il mondo del diritto civile e processuale, una branca poco nota al grande pubblico, abituato al diritto penale e alla criminologia del giallo classico, o crime thriller fiction negli ambienti anglofoni. Cause di risarcimento (proprio tra il personaggio e la donna “amata”), danno ambientale, una vicenda politica da ascrivere a una sorta di peculiare antagonista, e numerosi altri profili che si accompagnano ai colpi di scena, o di teatro, di questo romanzo elegante, il quale si pone nel solco della grande letteratura, o meglio della grande letteratura d’ombra, che non si vergogna di dire la verità, di evidenziare i dolori dell’esistenza, di mostrare quali sempre siano le conseguenze di un’azione individuale e le ripercussioni e risposte provenienti dal circostante tessuto sociale. Tessuto sociale che forse è viziato alla base da gravi mancanze storiche e critiche, che l’Autore, con un’ontologia densa e dignitosa, denuncia.

In chiusura è presente un commovente e drastico finale che ben si concilia, in realtà, con l’apertura. Un finale che di nuovo richiama la musica; parlando di noti compositori di colonne sonore cinematografiche, Ennio Morricone enunciava il concetto di musica circolare. Questo è sicuramente un romanzo che conduce il lettore attraverso un’esperienza ricca e, appunto, circolare.

Dettagli
Genere: Narrativa
Formato: Flessibile
Lunghezza: 488 Pagine
ASIN: 8831499378
ISBN: 9788831499378
Prezzo di listino: 16.00 €
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