
Piciul
Piciul racconta Napoli, che è fin troppo narrata, dal punto di vista di un gruppetto di ragazzini rumeni.
Fra i tanti migranti che abitano la città come fantasmi, africani, cinesi, ucraini, filippini, peruviani, pakistani, certo i rumeni sono i più segreti. Ed è scomodo guardare il dolore che non si sana, i pozzi che non hanno alcuna luce al fondo, praticare la letteratura che non consola. Eppure una pulizia e una purezza è sempre salva nei ragazzini di questo romanzo, nel loro desiderio di crescere e salvarsi, di essere felici, di non tradirsi quando sono stati già venduti dalla Storia.
È scomodo guardare il dolore che non si sana, i pozzi che non hanno alcuna luce al fondo.
Marco Peluso, napoletano classe ’81, ha esordito nel 2013 con il romanzo Viola come un livido, Damster edizioni, a cui sono seguiti altri romanzi come Lasciami entrare, Un cielo di cemento, The writer, Vicoli bui e Senso Unico. È stato ideatore e curatore dell’antologia Zero uscita nel 2015, nel 2016 è stato tra gli ideatori e curatori dell’antologia Macerie, edita da Les Flâneurs edizioni e nel 2020 ha ideato e curato l’antologia Bambini in pausa, Meligrana editore.
Dal 2016 studia scrittura creativa con Antonella Cilento presso la scuola Lalineascritta. Attualmente lavora com editor freelance e spazia tra progetti editoriali, teatrali e cinematografici.